Il collezionismo – Ossessione o necessità? (Parte prima)

Il collezionismo è un hobby che consiste nella raccolta di di una specifica categoria. L’insieme di oggetti raccolti, vengono chiamate collezioni. La maggior parte delle volte queste collezioni sono ben organizzate, catalogate e esposte.

Ma una domanda sorge spontanea, collezionare è un ossessione o una necessità di soddisfare il proprio edonismo? O forse soddisfare il proprio edonismo è un ossessione. Anche perchè collezionare comporta una notevole spesa economica, tranne che in pochi casi, e una ricerca quasi compulsiva dell’oggetto mancante.Negli ultimi anni il collezionismo ha aggiunto al filone classico delle collezioni (vedi filatelia, numiscatica, orologi e bibliofilia, solo per citarne alcune), oggetti che probabilmente nessuna persona “normale” penserebbe di collezionare, tanto da dire “tutto è collezionabile se si vuole”.

In questa prima parte esaminiamo le collezioni “strane”, quelle più particolari.

Alcune delle collezioni più particolari sono: sacchetti per il mal d’aereo, capelli delle star, unghie, nidi d’ape, fiochetti per capelli di bambina e filo spinato.

Secondo alcuni psicologi, le collezioni di oggetti strani sono sintomo delle nostre bizzarrie personali che da un lato vogliamo esibire e dall’altro ci preoccupano un pò, In poche parole, secondo gli psicologi, che collezionando oggetti “strani” “si percepisce se stessi, o almeno parte di sé, come strani e bizzarri e che si ha bisogno sia di valorizzarsi sia di controllarsi”.

Gli oggetti “strani” collezionati funzionano da specchio, e si dice “anch’io in fondo sono strano, non ho paura: piuttosto, mi valorizzo e mi controllo”. Quindi una proiezione del proprio inconscio al quale allo stesso tempo si cerca di valorizzare ma tenendolo sotto controllo.

Può tutto questo trasformarsi in una mania? Si, alcune collezioni di  oggetti “strani” o  inutili portano il “collezionista” a perdere irrimediabilmente la capacità di disfarsene, convincendosi che un giorno o l’altro potrebbero servire. «Siamo davanti alla “Compulsiz hoarding syndrome” (sindrome da accumulo, detta anche disposofobia), talvolta associata a un disturbo ossessivo-compulsivo». La psicologa Rotriquenz, dice che «l’accaparratore (hoarder) ha paura di disfarsi di qualsiasi cosa e accumula in modo patologico ogni oggetto fino a togliere preziosi spazi vitali alla casa».

Per il collezionista patologico internet è un danno, come dice il psicoterapista Nicola Ghezzani «Costringe a ore e ore di ricerche per reperire gli oggetti “del desiderio” e a sostenere qualunque sforzo o spesa pur di ottenerli».

Ma perchè nascono queste collezioni maniacali? Sempre secondo Rotriquenz nascono; «Da un trauma che la persona tenta inconsciamente di colmare attraverso l’accumulo di oggetti» mentre secondo Freud «C’è un collegamento tra collezionismo ed erotismo; l’oggetto collezionato è visto come un feticcio erotico che placa l’ansia. Collezionando, si diventa proprietari di molti oggetti, che trasmettono sicurezza colmando i vuoti psicologici e fisici. Senza contare che scovare pezzi rari aumenta l’autostima e la sicurezza in se stessi».

Tra le collezioni di oggetti “strani” troviamo: vecchi contenitori, bottiglie, pacchetti di sigarette vuoti, unghie, peluchi, dentifrici e addirittura pannolini usati. Il collezionista di pannolini sporchi presenta una delle caratteristiche peculiari della disposofobia: il forte attaccamento alle cose attraverso le quali meglio percepisce la propria identità e da cui diventa doloroso staccarsi. «I pannolini sporchi potrebbero essere riconducibili alla paura di perdere il legame con i figli o alla paura di vederli crescere e andare via» secondo Rotriquenz.

Tra i collezionisti di unghie troviamo l’investitore petrolifero Richard Gibson il quale, su uno scaffale della sua casa di Lafayette (Usa), espone un vasetto di vetro con le unghie di mani e piedi che si è tagliato dal febbraio 1978. Gibson dice: «Iniziai per la curiosità di vedere quanto avrei impiegato a riempire il vasetto e poi ci presi gusto».

Tra i collezionisti di peluchi c’è Graham Barker, bibliotecario australiano di Perth, colleziona tutti i pelucchi che gli finiscono nell’ombelico, scrupolosamente catalogati per annate, dal lontano 1984. Barker spiega il motivo: «Non è un’ossessione ma uno studio sui residui di fibre tessili rilasciati dagli indumenti».

Il re del collezionismo di dentifrici è Val Kolpakov, stimato dentista della Dental Care Clinic di Saginaw (Michigan, Usa), colleziona dentifrici dal 2002 e con duemila pezzi è diventata la più vasta collezione del mondo. Kolpakov dice: «Pensai che per un dentista sarebbe stato un hobby interessante, utile per approfondire le conoscenze professionali», racconta.

Russo di nascita e membro dell’American Dental Association, Kolpakov si avvale delle donazioni di amici e pazienti e si dà da fare su eBay. ll suo reperto più antico e più raro è un’antica scatola d’argento inglese d’epoca georgiana, datata 1801 e contenente una polvere per pulirsi i denti (il dentifricio non era ancora stato inventato), pagata più di 1.500 dollari. Un altro pezzo da novanta è un tubetto risalente alla seconda guerra mondiale.

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